Facelift. http://www.youtube.com/edit?o=U&video_id=XnxTMUZIx30
Breast augmentation. http://www.youtube.com/watch?v=b5RddM7M8fU
Rhinoplastic and chin implant. http://www.youtube.com/watch?v=6-UmOBFXHNk
Sono oltre 100.000 gli interventi di addominoplastica praticati ogni anno negli U.S.A. secondo le statistiche pubblicate annualmente dalla ASPS (American Society of Plastic Surgeons). Si tratta della procedura principale per correggere il rilassamento cutaneo addominale, rimuovere l’ accumulo adiposo e – in caso di necessita – rassodare i muscoli retti addominali.
Addominoplastica — la procedura
L’anestesia maggiormente impiegata un tempo per l’addominoplastica era di tipo generale, mentre oggi viene praticata con successo un tipo di anestesia locale (peridurale) con sedazione profonda, che riduce gli effetti collaterali legati al risveglio e favorisce un’ospedalizzazione notevolmente ridotta, se non assente. I tempi operatori possono variare da un’ora e mezza alle quattro, secondo l’entità del problema.
L’addominoplastica inizia con una lunga incisione che attraversa l’addome all’incirca da fianco a fianco. La forma dell’incisione è una sorta di ampia U, la cui parte inferiore lambisce la zona sopra l’osso pubico. La seconda incisione è praticata partendo dagli stessi estremi della prima, ma viene condotta al di sopra dell’ombelico. Tutta la cute compresa tra le due incisioni viene rimossa.
La pelle viene quindi scollata dai tessuti sottostanti e dalla parete dei muscoli addominali retti. In questo momento è possibile per il chirurgo riposizionare le fasce muscolari che con il tempo possono essere cedute e spostate rispetto alla sede corretta (diastasi dei retti addominali). Lo scopo di questo tipo di pratica è tonificare l’area addominale e assottigliare il punto vita.
La cute circostante viene quindi tesa e suturata, facendo attenzione ad allestire l’ombelico in posizione adeguata e più proporzionata.
Dopo l’addominoplastica
L’addominoplastica appartiene alla classe dei maggiori interventi di chirurgia estetica, che comporta un considerevole impegno chirurgico e coinvolge una larga parte di tessuto. I tempi per il rientro alle normali occupazioni sono lunghi, da una a tre settimane. I primi giorni la zona è gonfia e dolente, ma il chirurgo prescrive di norma gli antidolorifici più adeguati.
La palestra e i forti sforzi addominali possono essere ripresi solo dopo il parere del chirurgo, onde evitare di interferire con il processo di guarigione.
Le cicatrici dell’addominoplastica potranno sembrare peggiorate nel corso dei sei mesi seguenti, e necessitano di un tempo piuttosto lungo per sbiadire e normalizzarsi. Il segno lasciato dalle incisioni addominali è una sorta di larga U tra le spine iliache, ma se l’intervento è stato svolto correttamente, può essere facilmente nascosto dalla biancheria.
Addominoplastica cicatrici
La forma dell’incisione è una sorta di ampia U, la cui parte inferiore percorre la zona sopra l’osso pubico. La seconda incisione è praticata partendo dagli stessi estremi della prima, ma viene condotta al di sopra dell’ombelico.
Questo intervento ha come finalità il rassodamento addominale attraverso l’ eliminazione della cute in eccesso. Tale finalità è raggiungibile attraverso l’asportazione di una porzione di tessuto cutaneo che si estende da una spina iliaca all’altra e da sopra l’ombelico alla piega addominale.
I lembi cutanei residui alla escissione tissutale vengono uniti e formano la cicatrice tipica dell’addominoplastica.
La gradevolezza della cicatrice dipende da una serie di fattori. La cicatrice deve essere ritenuta “bella” quando presenta le seguenti caratteristiche:
Sottile e lineare
Colore perlaceo (simile al colore della pelle circostante)
Non rilevata o cheloidea
La qualità della cicatrice residua dipende da molti fattori. alcuni di questi non sono controllabili dal chirurgo ed è per questo motivo che il paziente deve essere consapevole della possibilità che la cicatrice post addominoplastica non sia bella.
È probabile che la cicatrice post addominoplastica sia bella se:
Il paziente ha una storia di ciatrizzazione normale. Alcuni pazienti tendono alla cicatrizzazione ipertrofica e addirittura possono essere soggetti alla cicatrizzazione cheloidea patologica. In sede di visita specialistica si verificherà l’anamnesi specifica.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito:
www.pallaoro.com
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