GIGANTOMASTIA: QUANDO IL TROPPO STROPPIAMolto spesso ci si focalizza sull’intervento di mastoplastica additiva (cioè l’inserzione di protesi mammarie); tuttavia, una condizione piuttosto frequente, e diametricalmente opposta, è la mastoplastica riduttiva, vale a dire l’intervento di riduzione di un seno eccessivamente sviluppato.La Gigantomastia infatti comporta grandi disagi per la paziente, sia dal punto di vista psicologico (molto spesso la paziente infatti ha forte imbarazzo nella vita sociale ed evita di indossare abbigliamento troppo aderente), sia dal punto di vista fisico (molto comunemente, infatti, vi è mal di schiena, e frequenti fenomeni di micosi e infezioni cutanee a causa del sudore che tende ad accumularsi a livello del solco mammario).L’intervento correttivo (chiamato mastoplastica riduttiva) consente di rimuovere il tessuto in eccesso, ripristinando l’armonia corporea e grandemente riducendo i disagi fisici della paziente. Anche per questo intervento, vi sono ovviamente delle novità di tecnica. Vediamo nel dettaglio cosa è cambiato rispetto al passato.Con le tecniche tradizionali infatti, le cicatrici sono particolarmente lunghe, potendo sconfinare a livello della parete toracica laterale e sullo sterno. Inoltre, molto spesso l’aspetto estetico ottenuto era tutt’altro che estetico, in quanto il seno appariva schiacciato contro la parete toracica, privo di proiezione.Attualmente, invece, le tecniche moderne hanno consentito di risolvere questi due importanti aspetti. E’ possibile, infatti, ricorrere a cicatrici molto meno estese, ma soprattutto si può garantire un’adeguata proiezione della mammella, con un effetto simil protesico.
Nel video, potete osservare la fase iniziale dell’intervento: la disepitelizzazione. Con questo termine si intende la rimozione dell’epidermide, per potere poi approfondire le incisioni e scolpire i pilastri mammari. Per facilitare la manovra, la mammella viene tenuta ben tesa e l’area è stata preventivamente infiltrata con una sostanza contenente, tra le altre cose, un potente vasocostrittore, per ridurre fortemente la perdita di sangue.
Tutte le suture verranno eseguite con un filo a veloce assorbimento, in modo da evitare il disagio connesso con l’asportazione del filo. Non sono necessari, nella massima parte dei casi, i drenaggi. Il tessuto mammario rimosso verrà ovviamente sottoposto ad esame istologico. Dopo l’intervento non sarà necessaria nessuna fasciatura: la paziente, infatti, esce dalla sala operatoria indossando un reggiseno contenitivo (simile a quello che si usa per le palestre) e andrà indossato per due settimane.
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Mastoplastica Riduttiva
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